IL PORTO ONLUS ACCOGLIENZA IMMIGRATI | LA FORESTA CHE CRESCE-quinta-edizione-dal-5-novembre
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LA FORESTA CHE CRESCE-quinta-edizione-dal-5-novembre

Alla quinta edizione la rassegna ASCOLTA LA FORESTA CHE CRESCE, promossa dall’Associazione IL PORTO di Ponte San Pietro, Dalmine e Mapello.

 

Iniziata come un’idea, quasi un sogno per quanto era ambiziosa, la rassegna “Ascolta la foresta che cresce” è andata via via affermandosi, sino a divenire un appuntamento fisso tanto per “Il Porto” quanto per la cittadinanza.
Come quella foresta silenziosa che muta costantemente, anche la composizione sociale e culturale del nostro Paese cambia e, per comprenderla e valorizzarla, è necessario saperla ascoltare. “Ascolta la foresta che cresce” ha proprio questo obiettivo: desidera raccontare il fenomeno migratorio dal punto di vista “della foresta”, che ogni istante cresce e si arricchisce. Vuole, cioè, vedere dell’immigrazione, le tante storie positive di integrazione, di confronto, di riscatto, attraverso il linguaggio del teatro, della musica, della narrazione.
L’edizione di quest’anno si presenta particolarmente ricca di eventi.

L’INCONTRO CON Don LUIGI CIOTTI E’ ANNULLATO PER MOTIVI DI SALUTE

 

Si apre Sabato 5 novembre, presso il Teatro Civico di Dalmine con lo Spettacolo teatrale
SINDROME ITALIA. O DELLE VITE SOSPESE di e con Tiziana Francesca Vaccaro

Dieci anni sono racchiusi in una lettera, quella che Vasilica scrive ai propri figli per raccontare il tempo che li ha tenuti lontani, il perché di una partenza verso un Paese straniero. Sola in quella terra, si è presa cura di persone straniere, estranei, così come lei è ora estranea a se stessa, estirpata alla radice. Dall’Italia alla Romania passando per Palermo e Milano, Sindrome Italia è il racconto di un ritorno, delle cicatrici della migrazione, di una femminilità in lotta, è la storia di una e insieme di moltissime donne, le nostre “badanti”. “Sindrome Italia” è il termine medico usato per indicare l’insieme di malattie invalidanti che colpisce le donne dell’Est, che condividono una storia precisa: gli anni vissuti come migranti in Italia, lavorando come colf e assistenti familiari, lontane dalle loro famiglie e dai loro figli. Cosa succede a queste donne dopo? Quando ritornano nel loro Paese? Che cosa ne è del loro futuro? È realmente come se lo sono immaginato? “Sindrome Italia. O delle vite sospese”, è il risultato di un lavoro di inchiesta lungo un anno, nato in collaborazione con Adri (Associazione Donne Rumene in Italia) e portato sulla scena attraverso una drammatizzazione delle fonti. Racconta la condizione della donna migrante, la patologizzazione dell’esperienza migratoria, le contraddizioni del nostro tempo e delle “catene globali della cura”.

Questo spettacolo è inserito nella rassegna ”Il TEATRO PER IL SOCIALE – C’È UN TEMPO DA SCOPRIRE”
organizzata dal Comune di DALMINE – stagione 2022-23

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ANNULLATO PER MOTIVI DI SALUTE

Venerdì 25 novembre, presso la Chiesa parrocchiale di PONTE SAN PIETRO, abbiamo un ospite di
eccezione.
Don Luigi Ciotti presenta il suo libro L’AMORE NON BASTA. Introduce e coordina Piero Vailati,
giornalista de L’Eco di Bergamo

 

Una biografia al «plurale» Una vita tutta per gli ultimi. L’autore definisce questo libro
un’“autobiografia collettiva”.
«Ho avuto una vita privilegiata, spiega, costellata e nutrita da una miriade di incontri. Un “io”
che è un “noi”».
Il libro “L’amore non basta” racconta i primi 75 anni di questo sacerdote sempre dalla parte degli
ultimi. Un prete che si batte per una maggiore giustizia sociale, per una società dove tutti, a partire
dai più fragili, siano riconosciuti nella loro libertà e dignità di persone. Un sacerdote che vive il
Vangelo senza dimenticare la Costituzione, le responsabilità e i doveri dell’essere cittadini. Una
fede vissuta nello sforzo di saldare strada e dottrina, Terra e Cielo, immersa nella storia degli
esclusi e dei dimenticati: il povero e il tossicomane, il detenuto e il minore, la prostituta e il
malato, l’immigrato e la vittima di mafia. Ma ripercorrere la sua esistenza, dal lavoro al Gruppo
Abele fino all’esperienza di Libera contro le mafie, è anche un modo per raccontare in controluce
le vicende cruciali della recente storia del nostro Paese, ponendo al centro quei problemi che la
classe politica non ha mai affrontato alla radice, a cominciare dalla mafia e dalla droga, a causa
della corruzione, abusi di potere e calcolate negligenze.

«Per occuparsi degli altri, l’amore è base troppo fragile. Occorre il sentimento di giustizia, ossia una
profonda empatia per le vicende umane, quel sentire sulla pelle le ferite degli altri che impedisce
l’indifferenza, il giudizio e il pregiudizio, frutti velenosi dell’ignoranza»

* * *

Sabato 26 Novembre presso il teatro dell’oratorio di Locate si terrà il concerto di Awa Fall con il
chitarrista Piero Dread

Molti critici considerano Awa una delle più belle voci della Reggae/World Music in Europa.
Classe 1996, ha cominciato a girare l’Europa appena maggiorenne, facendo una media di 100 concerti
l’anno e esibendosi in tutti i più importanti festival come il Rototom Sunsplash in Spagna,
Overjam, Dub Gathering, Dub Camp fino all’Africa Day organizzato dal Women’s Committee
della FAO. Ha suonato in Francia, Germania, Inghilterra, Spagna, Ungheria, Polonia e in molti altri
paesi.
Considerata una star internazionale, è nata e cresciuta in provincia di Bergamo da madre italiana e
padre senegalese.
L’imprinting musicale di Awa Fall ha il ritmo delle canzoni di Bob Marley. Recentemente si sta cimentando
con altri generi della black music, sperimentando anche testi in italiano, ma la sua identità
appartiene senza dubbio alla cultura reggae.
“In un primo momento sono stata affascinata dalle melodie. Poi, quando ho iniziato a capire i testi
in inglese, ho deciso che quella sarebbe stata la mia musica. Le mie canzoni sono di denuncia
sociale. Si dice che l’ignoranza sia la causa di tutti i mali, e noi artisti abbiamo la responsabilità di
comunicare qualcosa che i media e le istituzioni nascondono. Fare canzoni d’amore non è la mia
priorità, il mio obiettivo è essere la voce del popolo”.

Dall’album di esordio scritto a 18 anni prima di andare in Senegal, che esprime la
complessità di un viaggio tanto atteso e sofferto, al disco Music Unites, frutto dei mesi di lockdown
per il Covid-19. «È un album a 360 gradi, che contiene sette canzoni di produttori diversi. Volevo
superare il momento di solitudine creando una rete di musicisti, che hanno collaborato con dei
featuring, come già avevamo iniziato a fare nel lavoro precedente Words of Wisdom».

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Domenica 27 novembre, presso Oratorio di Pone San Pietro un momento speciale di animazione
dedicato ai bambini, lo spettacolo “Fuori Pista” di Diego Draghi (giocoliere senza frontiere)

Sessanta minuti di uno street show dove non manca la magia, la comicità, gli equilibrismi, la
giocoleria e soprattutto, l’improvvisazione.
Diego Draghi si impadronisce della scena coinvolgendo tutto ciò che lo circonda e quel che
succede lì rendendolo un momento magico, unico, ed irripetibile.
Attore comico Italo-Argentino, presentatore, giocoliere, equilibrista, street performer. Conduce,
presenta e si esibisce in tutta Italia in Festivals, Eventi, Conventions e Gala. Co-Fondatore di SpazioCirco,
Scuola di Arti Circensi per bambini ed adulti.
Partecipa al progetto umanitario “Giullari senza Frontiere” portando momenti di gioia in zone colpite
dalla povertà e dal conflitto, sia attraverso performances artistiche sia con laboratori. Insieme
ad Edoardo Mirabella fonda il duo “Cip e Ciop” ( 1996 ) storica formazione del teatro di strada italiano,
vincitori del premio della Regione Piemonte per la valorizzazione delle arti di strada.
Approda in televisione con il duo “Mirabella e Draghi ” nel cast di Central Station su Sky per 4 anni
consecutivi.

* * *
e poi… merenda… solidale,

a cura del GASP (Gruppo Acquisto Solidale)

 

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